Cerealia 2016
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Anteprima con l’archeogusto.
Dopo la Tappa di Pompei la kermesse prosegue con Roma, dal 9 al 12
L’edizione 2016 di Cerealia è partita con una straordinaria anteprima che ha dato luogo lo scorso sabato ad un viaggio nell’antica città di Pompei.
Cerere e il Mediterraneo”, il festival culturale dedicato al mondo dei cereali promosso dalle associazioni M.Th.I, ArcheoClub d’Italia e Aisu verso Itaca, in programma a Roma dal 9 al 12 giugno prossimi.
Dunque una vetrina internazionale per parlare dell’uso dei cereali nel corso dei secoli, dove protagoniste sono state le eccellenze derivate da tradizioni millenarie e radici antiche della nuova economia.
Ispirate fedelmente alla cucina della Pompei del 79 d.C, ancora oggi a pieno titolo al centro del patrimonio enogastronomico locale.
Una giornata ricchissima di eventi guidati dall’ideatrice della kermesse Paola Sarcina, dal professor Giuseppe Nocca e dalla giornalista Tiziana Briguglio.
Con l’ausilio dell’archeochef Gian Marco Carli, del mastro fornaio Carmelo Esposito e il sostegno di un gruppo di piccoli produttori aderenti all’associazione Pompei Convivium Food.
Cerealia 2016
Capitanata da Lello Florio, uniti nel voler promuovere una terra mai abbastanza valorizzata attraverso la riproposizione delle ricette di duemila anni fa.
Il programma ha previsto un primo laboratorio del gusto sui pani antichi e in particolare sul panis pompeii ritrovato all’interno degli scavi.
La cui ricetta è stata recuperata grazie alla collaborazione con il noto archeologo e divulgatore scientifico Alberto Angela.
Di grande suggestione anche la visita guidata alle rovine e, a seguire, il pranzo curato dal giovane chef Gian Marco Carli secondo gli usi e i costumi della Pompei dell’epoca.
Attraverso un format ormai collaudato che ha visto insieme archeologia ed enogastronomia.
A comporre il menu piatti come le uova di quaglia all’oxigarum, il moretum, polypus in esca rubra, spaghetti cum garum, Vicia pulmenti cum globulis suillis, perna in crosta cum cucurbitis in esca Apicii.
Crustum cum caseo et melle. Il tutto accompagnato da pani a base di farro e crusca oltre che un particolare liquore all’alloro e vini ricavati da vitigni autoctoni Lacryma Christi e Piedirosso del Vesuvio.