Datori di lavoro e LinkedIn: cosa fare e cosa evitare [Studio 2022]
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Circa il 95% delle persone in cerca di lavoro desidera che i datori di lavoro includano una fascia salariale nelle offerte di lavoro su LinkedIn.
Raggiungere e comunicare con i candidati

Reclutamento_LinkedIn
Dimmi se ti suona familiare. Stai navigando su LinkedIn alla ricerca di una nuova persona da assumere che porterà la tua azienda a nuovi traguardi.
Alla fine, ti imbatti nel dipendente dei tuoi sogni.
Sulla base del loro profilo LinkedIn, il candidato è qualificato, esperto e probabilmente farà il lavoro di tre persone.
Così si decide di inviare loro un messaggio per vedere se sono disposti a lavorare.
Questa è una mossa intelligente, dato che il 79% dei professionisti che lavora si sente positivo o molto positivo riguardo ai datori di lavoro che li contattano su LinkedIn per un’opportunità lavorativa, secondo i risultati del nostro studio.
Cinque giorni dopo, la tua casella di posta è vuota.
Perché? Questo è ciò che abbiamo voluto scoprire con la nostra indagine.
Abbiamo quindi individuato sette ragioni principali per cui i professionisti che lavorano ignorano i messaggi LinkedIn dei reclutatori riguardo a potenziali impieghi:
Il messaggio è troppo generico (un trafiletto standard e scontato simile a “Ho il lavoro più incredibile che so che amerai”): 58%
L’opportunità di lavoro non corrisponde al livello di esperienza, alle competenze o al percorso di carriera del candidato: 57%
L’azienda ha una scarsa presenza su LinkedIn (ad esempio, è impossibile trovare informazioni sufficienti sull’organizzazione, sui suoi prodotti o servizi, sulla cultura o recensioni): 55%
Il reclutatore utilizza troppe parole chiave o gergo aziendale: 52%
Ci sono errori grammaticali nel messaggio: 51%
Il datore di lavoro chiama il candidato con il nome sbagliato: 28%
L’azienda risulta essere irrispettosa o troppo invadente: 26%
Abbiamo poi chiesto ai partecipanti al sondaggio qual è il numero massimo di solleciti che potrebbero tollerare dai datori di lavoro su LinkedIn.
Di seguito sono riportati i risultati:
- Due: 39%
- Uno: 25%
- Tre: 17%
- Quattro: 16%
- Zero: 4%
Infine, abbiamo voluto valutare gli atteggiamenti delle persone in cerca di lavoro vittime di ghosting da parte dei datori di lavoro su LinkedIn (ossia scomparire improvvisamente e non rispondere più ai messaggi).
Purtroppo, è diventata una pratica di reclutamento comune. Tanto che il 73% dei datori di lavoro ammette apertamente di aver fatto ghosting ad un candidato nell’ultimo anno, secondo un recente studio di Indeed.
Come previsto, la nostra ricerca rileva che il 62% delle persone in cerca di lavoro ha un atteggiamento negativo o molto negativo verso le aziende che fanno “ghosting” su LinkedIn.
L’aspetto più interessante, tuttavia, è che il 63% degli intervistati ha dichiarato che probabilmente o molto probabilmente eviterà in futuro di candidarsi a lavori presso datori di lavoro colpevoli di fare “ghosting”.
Quindi, datori di lavoro prendete nota!
Fonte ufficiale: https://passport-photo.online/it-it/blog/reclutamento-linkedin/