Federmanager: soddisfazione per il successo del meeting dei Giovani Dirigenti a Mestre. Assegnato il “Premio Giovane Manager 2017
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Sono 10 i migliori leader d’azienda selezionati tra più di 1.600 profili di manager under 44 iscritti a Federmanager. Il “Premio Giovane Manager 2017” è stato consegnato venerdi 16 marzo nell’ambito del Meeting nazionale dei Giovani di Federmanager a Venezia dedicato al tema “ITALI”, acronimo per “Innovative and Technologically Advanced Leadership for Italy”, realizzato in partnership con Umana Spa e l’associazione 4.Manager.
Ecco i nomi dei 10 leader d’azienda che hanno affrontato con successo il percorso di valutazione di titoli di studio, carriera, esperienze internazionali, che Federmanager ha promosso con la collaborazione degli head hunters di Hays Italia: Alessandra Bruni, 39 anni, presidente del Fondo di assistenza sanitaria integrativa del Gruppo Fintecna e Atlantia; Riccardo Bui, 36 anni, direttore operativo di Humanitas; Fabrizio Favara, 43 anni, direttore centrale strategie, pianificazione, controllo e sostenibilità di Ferrovie dello Stato Spa; Sara Regina Hassett, 40 anni, global director per la comunicazione interna e cultura aziendale di BHGE; Maria Cristina Lomanto, 44 anni, general manager presso Miu Miu Paris; Saverio Lopes, 43 anni, direttore risorse umane di AMA Spa; Jacopo Palermo, 41 anni, Amministratore delegato di Impresa Percassi; Giacomo Francesco Speretta, 39 anni, sales manager di Leonardo Spa; Giulio Tirelli, 38 anni, direttore Marine engineering presso Wartsila Italia; Cristiano Venturini, 35 anni, CFO di Fimag spa
Un premio speciale è stato assegnato al primo classificato, Cristiano Venturini, che ha ritirato un biglietto per lo study tour in Silicon Valley che Federmanager Academy organizzerà a giugno 2018: una settimana di full immersion con lezioni di docenti delle università più prestigiose e visite alle aziende più innovative al mondo.
“Con questo premio vogliamo supportare i giovani manager che scelgono di lavorare in questo Paese e che sono testimonianza diretta del talento, della creatività e del saper fare italiani”, ha dichiarato il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla. “Questi ragazzi sono la principale leva per attrarre investimenti e capitali dall’estero e noi abbiamo il compito di valorizzarli. L’investimento necessario si chiama capitale umano” continua Cuzzilla, “L’avvento in azienda dei robot e dell’automazione sta rivoluzionando modelli organizzativi e sistemi di processo. Servono manager per traghettare l’impresa nei nuovi contesti globali. Manager capaci, motivati e con competenze hard e soft ben bilanciate. Pertanto noi insistiamo molto sul valore delle competenze manageriali e siamo in prima linea per accompagnare i giovani manager, dalla formazione alla certificazione delle competenze, verso un futuro professionale ricco di opportunità».
Condivisione, comunicazione, cambiamento, cultura organizzativa, coaching di gruppo. Sono queste le “5 C”, le cinque skills manageriali più richieste dalle imprese che vogliono affrontare con successo il nuovo contesto industriale affidandosi a manager innovativi. A sostenerlo è l’Osservatorio dell’Agenzia per il Lavoro Umana Spa, che ha stilato una classifica fra le centinaia di richieste di figure apicali da inserire in azienda raccolte nell’ultimo anno nelle sue 130 filiali operative in Italia e che, insieme a Federmanager e a 4.Manager, ha collaborato alla realizzazione del Meeting nazionale dei Giovani di Federmanager, che si è svolto venerdì e sabato scorso a Venezia.
«Le parole diventate di uso comune nel recruitment di profili manageriali sono condivisione, team coaching, cambiamento, comunicazione, scambio, contaminazione professionale, cultura organizzativa», ha illustrato Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, intervenendo a “ITALI”. «Le competenze tecniche non bastano più da sole, devono essere innestate su altre. Le aziende – ha aggiunto la presidente – oggi cercano figure manageriali che sappiano sempre di più valorizzare i collaboratori e i loro cambiamenti, che sappiano potenziare le loro motivazioni, accompagnare se non soddisfare le loro aspettative e le loro esperienze. E tutto questo attraverso iniziative che si compiono lungo l’intero iter di attività lavorativa».
Durante il Meeting nazionale dei Giovani, circa 40 manager under 44 si sono riuniti su 3 tavoli di lavoro, ciascuno dedicato a un topic fondamentale per il futuro del management: valorizzazione delle competenze e promozione dei talenti, digital transformation e going global.
«Abbiamo scelto questi tre temi perché riteniamo abbiano un impatto significativo sulle imprese dove lavoriamo e sull’intero Paese», ha spiegato Renato Fontana, coordinatore del Gruppo Giovani di Federmanager. «I giovani manager che hanno partecipato con idee e proposte a questa due giorni di lavoro rappresentano le migliori energie di questo Paese. Sono certo che da questo momento di approfondimento e confronto trarremo policy utili che possono contribuire a sostenere la competitività, la sostenibilità e la crescita economica dell’Italia».
Tra i partner tecnici dell’evento anche Ambire, Società di consulenza Direzionale, Formazione e Coaching con il CEO Maurizio Bottari e Il Senior Partner Antonella Loreti che hanno creato un fil rouge tra i contenuti della prima e della seconda giornata impostando i lavori dei giovani dirigenti sui tavoli della “work session” del sabato inerenti lo sviluppo di un position paper sui tre topic suddetti attraverso una metodologia finalizzata a favorire il dialogo tra il gran numero di partecipanti ai tavoli, lo sviluppo di idee innovative e la raccolta di differenti punti di vista in un tempo ristretto e predeterminato. “In un contesto caratterizzato da Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità, il ruolo del Manager diventa sempre più nevralgico per lo sviluppo competitivo delle imprese segnatamete delle PMI per governare il Cambiamento, caratterizzato da Velocità e Adattabilità. In organizzazioni “liquide” le competenze di ruolo divengono quindi un’importante condizione necessaria, ma non sufficiente, così come le tecnologie, certamente abilitanti per la trasformazione digitale, non bastano da sole e rischiano di trasformarsi in commodity se non supportate dal fattore umano e dall’intelligenza emotiva. Sono dunque le competenze trasversali/comportamentali (Soft Skills) dei Manager che determinano in larga parte il successo o il fallimento di un’iniziativa, di un’impresa, dello stesso contributo al Sistema Paese stimolando responsabilità condivisa e intergenerazionale, comunicazione efficace, integrazione, fiducia.
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