Il CETA abbatte le barriere: imprese italiane pronte ad “invadere” i mercati nordamericani
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di Patrizia Scifo
Il Direttore della CCIE in Canada – West Giorgio Puppin saluta con entusiasmo l’importante accordo di cooperazione economica e commerciale con l’Unione Europea: “Un successo raggiunto facendo sistema” Il CETA (Comprehensive Economic & Trade Agreement) è un accordo di cooperazione economica e commerciale tra Canada ed Unione Europea che permetterà alle imprese italiane, ma più in generale europee, di promuovere opportunità di sviluppo in Canada. Siglato in principio dal Primo Ministro Canadese Harper ed il Presidente europeo Barroso lo scorso 18 ottobre dopo più di 3 anni di negoziati, è stato definito da Harper “il miglior ‘deal’ mai concluso dal Canada”.
Il CETA garantirà al Canada un accesso privilegiato a 28 Stati membri dell’UE, con 500 milioni di consumatori ed oltre 17 triliardi di dollari canadesi di attività annuali; l’accordo rimuoverà il 98% delle barriere tariffarie annualmente imposte dall’UE sui prodotti provenienti dal Canada, in particolare: componentistica aerospaziale, prodotti agricoli (tra cui prodotti freschi, frutta, cereali, olii, prodotti ittici), automobili, carni (manzo e bisonte), prodotti chimici, macchinari industriali, acciaio e ferro, componenti IT, apparecchiature e componenti per l’industria medicale, minerali, altri metalli, prodotti plastici. Si stima che grazie al CETA si possa incrementare l’economia annua canadese di circa 12 miliardi di dollari canadesi, e creare allo stesso tempo 80mila posti di lavoro.
Un accordo brillante, unico nel suo genere, salutato con enfasi da Giorgio Puppin, Direttore della Camera di Commercio Italiana in Canada – West, il quale già intravede notevoli opportunità di investimento per le imprese tricolori nel paese nordamericano. Cosa rappresenta, nei fatti, il CETA, per le PMI italiane? “Una volta ratificato l’accordo, le piccole e medie imprese italiane avranno un accesso privilegiato al mercato canadese grazie ad un’aumentata competitività per effetto dell’abolizione delle tariffe doganali e della liberalizzazione di molti aspetti delle relazioni bilaterali – spiega Puppin ad IP Magazine -. Sarà fondamentalmente molto simile ad operare con Paesi esteri all’interno della stessa UE. Inoltre, il CETA stimolerà notevolmente opportunità di insediamento, sia commerciale che produttivo, da parte di aziende italiane in Canada ed è importante considerare che grazie all’esistenza del NAFTA operare in Canada significa aver accesso all’intero mercato nordamericano alle stesse condizioni di un mercato domestico.
L’UE ha recentemente avviato negoziati anche con gli Stati Uniti per giungere ad un accordo di cooperazione simile al CETA od al NAFTA: oltre ad essere testimonianza di quanto il continente nordamericano sia significativo per le istituzioni economiche e politiche europee, questo aspetto dovrebbe far riflettere sull’opportunità di assicurarsi oggi una posizione in Canada per poi essere in grado di sfruttare anche le sempre crescenti occasioni di sviluppo che offrirà l’intera area NAFTA”. Puppin ha quindi spiegato nei dettagli l’evoluzione del progetto“The Enhanced EU-Canada Economic Partnership: Challenges and Opportunities for SMEs”, frutto di un’imponente sinergia tra la CCIE in Canada-West ed altri Enti, tra i quali Ministeri, Università e gruppi media. “La nostra Camera di Commercio si è aggiudicata il bando ed il relativo finanziamento esclusivo in risposta ad una ‘call for proposals’ della Commissione Europea attraverso la presentazione di tale progetto, incentrato sul CETA e sulle relazioni UE-Canada – ha sottolineato -.
Vale la pena ricordare che già nel 2009 e nel 2010 la nostra Camera di Commercio aveva ottenuto due finanziamenti dalla Commissione Europea (attraverso la partecipazione ad una ‘call for proposals’ e ad un ‘open tender’) su iniziative riguardanti lo sviluppo delle relazioni Canada – Unione Europea. Il progetto, che stiamo portando a conclusione con l’evento del 26 marzo prossimo a Roma, e che ci ha visto impegnati negli ultimi due anni, si è avvalso fin dal concepimento di un forte e ampio partenariato. Noi crediamo molto nell’opportunità di ‘fare sistema’ quando gli obiettivi e le missioni dei vari soggetti sono chiaramente coincidenti. Anche il caso del prossimo e conclusivo evento a Roma in cui collaborano insieme alla riuscita dell’iniziativa Agenzia ICE, Ministero dello Sviluppo Economico, Confindustria, Ambasciata del Canadese ed NCTM Studio Legale Associato, è emblematico di come condividere e convogliare gli sforzi in un’unica direzione sia una strada che porta risultati eccezionalmente positivi”.
Quali sono i settori più interessanti per le PMI italiane interessate all’internazionalizzazione in Canada e quali le principali iniziative in vista dell’Expo 2015? Puppin ha risposto senza indugio: “Macchinari industriali, enogastronomico (in particolare formaggi, vini e prodotti della pesca), automobilistico, IT e software, petrolifero ed estrattivo, energetico, edilizia, arredamento. Per quanto riguarda l’Expo, ad oggi non è ancora arrivata la conferma di partecipazione dello Stato canadese. Sembra invece molto probabile che alcune province canadesi (British Columbia, Alberta, Quebec) decidano di partecipare autonomamente portando diretta testimonianza della ricchezza e della varietà del territorio e dell’offerta canadese. C’è da dire in generale che il Canada è un mercato estremamente recettivo e dinamico dove prodotti di qualità, innovativi o comunque in linea con i valori e la cultura canadesi troveranno terreno di sviluppo molto fertile”.
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Roma, 26 marzo p.v. ore 9.30
Sede dell’Agenzia ICE
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