Internazionalizzazione, Sostenibilità e Futuro Presentato il XVIII RapportoIsmea-Qualivita
Share

Nonostante la pandemia cresce la DopEconomy: in 4 regioni su 6 aumenti a doppia cifra in un anno. Aceti protagonisti dell’export mentre prosegue il boom della pasta IGP. Crescono gli oli regionali certificati e nell’ortofrutta bene agrumi e pomodori.
Tra i relatori il Presidente della Fondazione Qualivita Cesare Mazzetti, Enrico Corali Presidente ISMEA, la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, il Presidente OriGIn Italia Nicola Cesare Baldrighi e il Presidente del Comitato scientifico di Qualivita Paolo De Castro
L’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita attesta la solidità e la forza di un sistema capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano e che, in questa fase di difficoltà legata all’emergenza Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per le Indicazioni Geografiche e per il settore agroalimentare italiano.

I dati economici della DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.

La DopEconomy fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto alle grandi produzioni certificate, ma anche con il contributo delle nuove filiere DOP IGP: solo nel comparto del Cibo, mezzo miliardo di valore alla produzione è da attribuire a Indicazioni Geografiche certificate dal 2010 in poi. L’agroalimentare DOP IGP vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.

Le DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole consolidano così il ruolo guida della qualità “made in Italy” agroalimentare all’estero. L’export del settore, pari a 9,5 miliardi di euro, ha messo a segno nel 2019 una crescita del +5,1% mantenendo una quota del 21% sul fatturato all’estero dell’intero agroalimentare. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del Cibo DOP IGP che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.

L’analisi degli impatti economici attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale, con 17 Regioni che contribuiscono, seppure con intensità diverse, alla crescita del comparto. A fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.
Il Cibo italiano DOP IGP STG nel 2019 raggiunge i 7,7 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +5,7% in un anno, con un trend del +54% dal 2009. Bene anche il valore al consumo pari a 15,3 miliardi di euro per un +63% sul 2009. Prosegue anche nel 2019 la dinamica positiva delle esportazioni: +7,2% in un anno, +162% dal 2009 e un valore che ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. Mercati principali si confermano Germania (786 mln €), USA (711 mln €), Francia (525 mln €) e Regno Unito (273 mln €).

Sempre nel 2019 la produzione di vino IG certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le DOP (+6,2% grazie anche all’introduzione di nuove produzioni) e le IGP (-1%). Il valore della produzione di vini a IG sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini DOP, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino IG. Le esportazioni raggiungono 5,6 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,4 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.

Il Rapporto Ismea Qualivita – sottolinea Cesare Mazzetti Presidente Fondazione Qualivita – da 18 anni accompagna lo sviluppo del sistema italiano delle Indicazioni Geografiche, oggi assurto a esempio mondiale per la capacità di garantire qualità eccezionale ai prodotti, e al tempo stesso elemento di grande richiamo turistico, di mantenimento di valori economici, sociali, culturali, ambientali anche nei territori più isolati, favorendone lo sviluppo laddove si rischiava l’abbandono. Nel mezzo di un’ emergenza di proporzioni mondiali, che non lascia spazio a facili previsioni e che richiede azioni immediate e ben mirate per salvare l’economia di interi comparti dalla crisi, le valutazioni e i dati economici contenuti nel Rapporto, saranno di grande utilità per l’elaborazione delle necessarie strategie politiche ed economiche.

Lo studio – prosegue Nicola Cesare Baldrighi, Presidente OriGIn Italia – oltreché uno strumento insostituibile, rappresenta il momento di riflessione più importante per il comparto italiano agroalimentare e vitivinicolo delle Indicazioni geografiche, perché ci offre una fotografia chiara e puntuale sui numeri e sulle tendenze in atto. Per l’anno produttivo 2019 constatiamo una crescita complessiva ed omogenea delle DOP IGP, un consolidamento dell’export, nonostante le incertezze date dai dazi Usa e la Brexit. La DopEconomy, in un momento di congiuntura economica particolare, ribadisce con decisione la validità e la penetrazione sui mercati interni e internazionali, del sistema delle IG, nonché la centralità dei Consorzi di tutela come riferimento fondamentale del comparto agroalimentare del Paese.

“In questo percorso di crescita – aggiunge Paolo De Castro, Presidente del Comitato scientifico di Qualivita – caratterizzato da un sentimento sempre più stretto fra i produttori di queste eccellenze e gli stessi consumatori, l’Unione europea continuerà a lavorare e a battersi per tutelare le Ig, con l’obiettivo di garantirne il mutuo riconoscimento attraverso accordi bilaterali anche nei Paesi extra-Ue

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG, contiene l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici di un settore capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano e che, in questa fase di difficoltà legata all’emergenza Covid-19, può puntare su pilastri strategici che negli ultimi anni ne hanno garantito la crescita trainando tutto l’agroalimentare italiano.
Nato dall’integrazione delle competenze sviluppate dall’Osservatorio Qualivita e dall’Osservatorio Ismea e dalla collaborazione con OriGIn Italia e Federdoc, il XVIII Rapporto fotografa la realtà del comparto IG italiano al 2019, con dati produttivi, economici, analisi sulle ricadute territoriali e sulle evoluzioni nel mercato nazionale ed estero.