Intervista a Edoardo Pollastri
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Presidente della Camera di Commercio Italo-Brasiliana
Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Brasiliana spiega: “Le joint ventures tra imprese italiane e brasiliane potenziano i mercati.
Servono rappresentanze stabili che affrontino il Paese con strategia aggressiva ed a lungo termine”
- Come intravede l’opportunità del Brasile per le aziende italiane?
- Quali criticità si devono affrontare, e quali invece le grandi opportunità?
- Quali sono i settori predominanti dove i prodotti italiani trovano terreno di cultura in Brasile?”.
Abbiamo posto queste tre domande a Edoardo Pollastri, Presidente della Camera di Commercio Italo-Brasiliana, il quale ha spiegato come “il Brasile sia diventato un brand sinonimo di opportunità.
Player mondiale di prima categoria, ha assunto un ruolo di primaria importanza nel Mondo negli ultimi 10-15 anni, tanto che il Prodotto Interno Lordo del Brasile ha superato quello della Francia e dell’Italia.
Circa 800 imprese italiane di medie e grandi dimensioni rappresentano una presenza significativa nel Paese, ha proseguito Feletto, ma si affacciano anche flussi di piccole aziende interessate all’esplorazione e all’internazionalizzazione.
Intervista a Edoardo Pollastri;
Lo sforzo delle Camere di Commercio italiane all’estero, ed in particolare il nostro supporto, sta proprio nell’aprire sempre più spazi per le piccole imprese: adeguare “un porto di sbarco” per la creazione di nuove sinergie tra le aziende italiane e quelle brasiliane.
Sono infatti le nuove joint ventures tra le Pmi italo-brasiliane, per quanto non sono mai così semplici, che potenziano i mercati e danno spinta verso l’innovazione, anche in segmenti estremamente di nicchia.
L’unione del know how italiano a quello brasiliano è dunque un fenomeno ben avviato che riscuote un discreto successo ad esempio nel settore della calzatura (produzioni con macchinari italiani).
Più in generale nella moda: pensiamo alla sostenibilità nel trattamento dei rifiuti, tecnologia che l’Italia possiede.
L’unica criticità è rappresentata dalla non preparazione delle Pmi italiane che si affacciano al mercato brasiliano.
Abbandonare ad esempio la logica “mordi e fuggi”, consente l’avviamento più consono per le piccole imprese.
Servono rappresentanze stabili che affrontino la sfida brasiliana con una strategia aggressiva e a lungo termine”.