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Arte e Cultura Primo piano

Italia Creativa: quanto è importante la cultura per l’economia nazionale?

Redazione Gen 1
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Italia Creativa fotografa per l’Industria della Cultura e della Creatività italiana cifre decisamente importanti, sia dal punto di vista del valore economico (quasi 47 miliardi di euro nel 2014) che da quello del numero di occupati (quasi un milione nello stesso anno).

Questi numeri considerevoli si traducono in un ruolo di primo piano nel panorama economico nazionale. Il confronto con altri macro-settori produttivi pone la filiera creativa in una posizione di assoluto rilievo.

La rilevanza potrebbe crescere ulteriormente, almeno a giudicare dalla quota del valore generato sul PIL complessivo nazionale. Infatti, sia a livello europeo, sia in un Paese comparabile al nostro come la Francia, la stessa quota risulta maggiore, a riprova dell’esistenza di un potenziale inespresso.

Risultati migliori sono possibili: servono coraggio, consapevolezza, sforzi aggiuntivi e soprattutto collegialità. A questo proposito, si è tentato di apportare alcuni suggerimenti, relativi a due tematiche specifiche di grande rilevanza per il settore, diretti ad operatori istituzionali ed economici. L’ambizione è che possano concorrere ad indicare una rotta possibile verso il miglioramento dello status quo.

Il valore economico

L’Industria della Cultura e della Creatività in Italia ha generato, nel 2014, un valore economico complessivo di 46,8 miliardi di euro. Di questi, l’86% sono diretti, cioè derivanti da attività legate direttamente alla filiera creativa, quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi. Il restante 14% è invece costituito da ricavi indiretti, ossia legati ad attività collaterali o sussidiarie.

Tutti gli undici settori concorrono a generare i 46,8 miliardi di euro complessivi, mostrando spesso interconnessioni rilevanti. Alcuni ambiti di business sono quindi difficilmente attribuibili univocamente ad un settore piuttosto che ad un altro.

Questo è un ulteriore elemento che dimostra quanto Italia Creativa sia importante nell’intercettazione di un effetto sistema che, di fatto, già esiste.

Nel 2014 i primi tre settori per valore complessivo sono Televisione e Home Entertainment, Arti Visive e Pubblicità, con valori generati rispettivamente di 12,2, 11,2 e 7,4 miliardi di euro.

Valore economico 2014

46,8 mld€

Diretti

40,1 mld€

Gli occupati

Nel 2014, l’Industria della Cultura e della Creatività ha dato occupazione a quasi un milione di persone, di cui l’85% nelle attività economiche dirette dell’industria. Con circa 850.000 posti di lavoro, gli occupati diretti nell’Industria della Cultura e della Creatività rappresentano il 3,8% degli occupati totali in Italia.

Come nel caso del valore economico, è importante sottolineare quanto a volte sia difficile attribuire determinate tipologie di addetti ad uno specifico settore. Si conferma dunque quanto le interdipendenze siano non solo rilevanti ma necessarie per il modello di business in termini di innovazione e sostenibilità.

Considerando la segmentazione degli occupati, sono i settori Arti Visive, Musica e Arti Performative a svolgere un ruolo di primo piano, con i loro rispettivi 242.000, 161.000 e 151.000 occupati.

Lo studio tiene conto di tutti gli occupati nella filiera della creatività. I profili occupazionali sono molto eterogenei, ma possono essere ricondotti a due macro-categorie: profili più “creativi” e profili più “tecnico-gestionali”. La creazione di valore scaturisce anche dalla collaborazione di queste diverse figure, distinte ma complementari. Gli occupati in attività di creazione “pura” rappresentano circa la metà degli occupati diretti totali dell’industria, con alcuni settori (come Pubblicità, Arti Visive e Videogiochi) che attraggono maggiormente profili di questo tipo. Di contro, settori quali Televisione e Radio impiegano quote importanti di profili più tecnici e gestionali.

Occupati 2014

995.000

Diretti

850.000

L’importanza di Italia Creativa per l’economia nazionale

Nel panorama economico nazionale complessivo, l’industria della cultura e della creatività vale il 2,9% del PIL a livello complessivo e il 2,5% del PIL considerando solo gli effetti diretti.

 

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