Jobs Act: Federlazio, Regione Lazio, università e sindacati riuniti per discutere dell’impatto sull’occupazione
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Quanto emerso nella giornata di martedì 27 Ottobre alla presentazione dell’Indagine Congiunturale di Federlazio Latina in merito ai dati sull’occupazione del primo semestre del 2015 si può dire incoraggiante.
L’incontro, avvenuto a Latina, ha avuto l’intento di illustrare la condizione reale e attuale dell’economia della Regione Lazio e della provincia di Latina, attraverso l’intervento di alcuni protagonisti della scena regionale, universitaria, imprenditoriale e sindacale locale: Antonella Zonetti, Presidente di Federlazio Latina; Saverio Motolese, Direttore di Federlazio Latina; Lucia Valente, Assessore al Lavoro della Regione Lazio; Emilio Frongia, Amministratore Delegato della Corden Pharma Latina S.p.A; Fabrizio Proietti, Professore di Diritto del Lavoro e delle Relazioni Industriali presso la Facoltà di Economia de La Sapienza; Tommaso Ausili, Segretario Generale della Cisl in rappresentanza di CGIL, CISL e UIL.
Saverio Motolese ha introdotto la tematica dell’occupazione realizzando un quadro complessivo della situazione economica del Paese, la quale vede il Lazio tornare ad essere una tra le regioni trainanti per l’economia italiana, in base ai dati forniti dall’Osservatorio sui Territori di Unicredit.
Per quanto riguarda il settore lavoro, il centro Italia e in particolare il Lazio registrano un minor tasso di disoccupazione (- 0,9% per il Lazio, dato Instat) rispetto allo scorso anno. L’INPS sostiene che, in un anno, si sono creati 325.000 posti di lavoro in più, con una maggiore frequenza di contratti a tempo indeterminato (+299.375. +40,8%, superiore alla media nazionale) e a termine (+29.377).
Un campione di 350 imprese associate a Federlazio fornisce alcune interessanti riflessioni riguardo l’occupazione: una buona percentuale di queste realtà aziendali (19,1%) ha aumentato il numero dei suoi lavoratori dipendenti, passando dal -6% di occupazione del I semestre del 2014, al -7% del secondo semestre, allo 0% del I semestre di quest’anno, con una previsione del +3% per il secondo.
I dati e le percentuali indicano un segno di ripresa. Quanta di questa crescita può dirsi effetto del Jobs Act?
A questo proposito è intervenuta Antonella Zonetti che ha dato voce alla classe imprenditoriale esprimendo le difficoltà alle quali questa viene incontro. “Le aziende, per poter offrire posti di lavoro, devono avere lavoro da dare. In un mercato competitivo come quello attuale, l’imprenditore non può rimanere fermo ma deve imparare a rinnovarsi e reinventarsi. Una volta trovato lavoro, gli ostacoli da superare sono quelli propri della professione: conquistare il cliente, realizzare ciò che viene richiesto e offrire un servizio di qualità.”
Il pensiero espresso riguardo il Jobs Act è stato il seguente: la riforma si inserisce in un contesto di cambiamento culturale e si dimostra in linea con i tempi, promuovendo l’innovazione e la capacità di affrontare la competizione. Il focus è sul cambiamento: imprenditori, lavoratori, pubblici e privati, politici devono fare squadra e cogliere le opportunità offerte dalla flessibilità del mercato.
Una testimonianza aziendale di forte impatto è quella di Emilio Frongia, che ha ripercorso la fase di crisi vissuta dalla multinazionale. “Quando è tornata ad affacciarsi sul mercato del lavoro, lo ha fatto timidamente, con poche assunzioni ma mirate alla professionalità a sostegno dell’azienda. L’approvazione del Jobs Act ha portato sgravi fiscali, riduzione del contenzioso rispetto al contratto a tempo indeterminato, l’introduzine di una certezza normativa. I reali effetti della riforma saranno visibili a medio e lungo termine: il Jobs Act non crea occupazione ma mette a disposizione delle aziende uno strumento per creare occupazione. Assumere non è più un rischio ma un’opportunità.”