“La Polo: storia e regole di un capo relativamente giovane che continua ad avere successo tra il pubblico maschile”
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Sono veramente pochi i capi d’abbigliamento che possono dirsi classici ed evergreen, ma tra questi sicuramente c’è la polo. La polo ha una storia particolare ed è sicuramente la miglior scelta per un look casual ed informale durante il periodo estivo. L’origine della polo non è chiara, ma si presume sia nata intorno alla metà del 19° secolo, quando lo sport di cui porta il nome diventò una vera moda in Inghilterra, coinvolgendo durante i fine settimana l’alta borghesia inglese. Le prime polo non erano altro che delle t-shirt di cotone alle quali venivano aggiunti dei colletti come quelli delle camicie, bloccati al corpo della maglia con dei bottoncini per evitare che il colletto si alzasse durante le galoppate in sella. Pare che proprio la polo con quei bottoncini fu l’ispirazione per le famose camicie di Brooks Brothers, con il colletto botton down, tanto amate da Gianni Agnelli. Ma la vera polo moderna, così come la conosciamo noi è nata grazie all’opera di Jean René Lacoste, il famoso tennista francese, che ha fondato il celebre marchio Lacoste, dopo essersi ritirato nel 1933 dal tennis professionistico. Al giorno d’oggi l’uso della polo è diffuso in tutto l’occidente. Ci sono due regole base da tenere in considerazione nell’indossarla: non deve essere troppo stretta e ne troppo lunga. In particolare in contesti dove non è richiesto un abbigliamento formale, l’uso della polo abbinata a pantaloni in tessuto è generalmente ritenuta una valida soluzione. Un capo versatile, da poter essere indossato, sia sotto ad una giacca, che per un abbigliamento casual, curato.
Di Dalila Gaviglia