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La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

Redazione Mar 3
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Parlare con Franco Gnessi di barche e dire che s’è parlato solo di barche è riduttivo: si parla sì anzitutto di barche. Ma poi il discorso prende le mille direzioni dettate dalla travolgente passione che lui ha per la sua arte e per il suo modo di intenderla.

Oggi si dice “competenza trasversale”, ma già Vitruvio nel terzo libro del suo trattato De Architectura (I secolo a.C.). Definisce l’architettura come il risultato della composizione di tre principi: la firmitas (la solidità costruttiva), la utilitas (la destinazione d’uso) e la venustas (la bellezza).

E quindi ecco che come un fiume in piena erompono i ricordi degli inizi quando, ancora bambino cominciò col riparare il Vaurien di famiglia.

Per passare da adolescente alla costruzione delle tavole da surf, alla vela agonistica praticata ai massimi livelli per anni, alle due lauree magistrali in architettura e ingegneria.

La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

Per poi finire oggi con l’approdare dall’altra parte della cattedra, e poi alle ore ed ore passate in vasca navale.

Un’abitudine che conserva ancora oggi, complice e vittima l’amico Andrea Mancini, tecnico e nume depositario della vasca navale dell’Università di Roma.

Franco Gnessi ci parla di architettura con la stessa passione, lo stesso trasporto, la stessa competenza con cui parla di idrodinamica (perché lui l’idrodinamica ce l’ha nel sangue, avendola sviluppata in anni e anni di competizioni veliche), ci parla di funzionalità e di ergonomia.

“la più grande rivoluzione di Luca Bassani Antivari? Aver reso le barche a vela funzionali, ergonomiche, con Wally”

 

 

E poi giù a parlare di aeronautica, un’altra grande passione, per cui in un momento di confidenza ci confessa che la sua prossima creatura, lo Slash avrà un cockpit di tipo aeronautico, mutuato dai caccia militari, insomma mille e mille sfaccettature, come il suo massimo nume ispiratore, Leonardo da Vinci, capace di passare dal rigore del disegno anatomico ai progetti di fortificazioni, dall’immortalità della Gioconda, alla regolamentazione dei canali e delle chiuse viscontee.

E così poi a parlare del rapporto inscindibile che nelle barche ci deve essere tra estetica e funzionalità – “dall’architetto compri il gusto, ma compri anche le funzioni”.

La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

E quindi giù a scardinare assiomi che oggi quasi tutti dan per scontati, come quando a seguito dell’incontro con Armando Maccali (capo – base della spedizione italiana in Antartide).

Capisce che la maggior parte degli explorer – ice class oggi in giro, non sarebbe minimamente in grado di affrontare per davvero le condizioni artiche.

E quindi decide di ripartire da zero, facendo tabula rasa e andando per una strada completamente diversa, ma sua.

O come quando, per disegnare una barca da pesca realmente funzionale, decide di effettuare un brain – storming tra tutto lo staff del suo studio e un gruppo di pescatori professionisti.

Per capire “cosa e come” si dovevano cambiare le barche da pesca presenti sul mercato e cosa invece poteva esser conservato.

 

 

E dopo la funzionalità, il secondo punto vitruviano, l’estetica, ma sempre con una visione prospettica “trasversale” – Franco Gnessi ama ricordarci che fu il Brunelleschi (un orefice e non un costruttore).

A risolvere il problema architettonico della cupola del duomo di Firenze – e quindi giù a a parlare dei suoi “numi”: Leonardo da Vinci, Frank Lloyd Wright, e Luca Bassani Antivari.

A proposito di quest’ultimo, alla domanda “la barca che avresti voluto esser stato tu a disegnare ?”

Lui risponde senza alcuna esitazione “il Wally Power 118, è perfetto così com’è ancor oggi !”.

Ecco, un entusiasmo, una febbre nel parlare della sua arte (dire mestiere sarebbe terribilmente riduttivo) e poi ci dice che “l’architetto, quello vero.

E’ quello che mentre è a tavola con la propria famiglia rimugina su quella prua che non lo convince del tutto.

Poi prende la macchina, torna in studio da solo e quando intuisce la soluzione, può tornare a casa nel cuore della notte a dormire, finalmente soddisfatto”.

E poi i più di dieci anni da direttore di cantiere, ed a raccontarci pieno di entusiasmo del suo atelier progettuale, lo Studio DYD (Dynaship Yacht Design), dell’affiatamento e della fiducia reciproca che vi regna.

Uno dei pochi studi in Italia in grado di affrontare integralmente in autonomia tutto l’iter progettuale, compresa la parte di calcolo matematico, volumi, carene, progettazione 3D, prove in vasca navale.

Insomma tutto, compreso il concreto approntamento del cantiere e la sua direzione quotidiana.

La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

Attualmente pieno di emozione ci parla della recente esperienza presso  il MIAMI BOAT SHOW, si infatti ci svela la nuova mise del suo staff e l’acquisizione di due Ambassador negli States.

Che ritiene basilari per lo sviluppo dei suoi progetti.

Lo spirito è sempre lo stesso semplice e diretto da bottega da laboratorio infatti definisce il suo ufficio una “fucina del design” incipit che propone appunto nella home page del sito ufficiale www.dydxl.com.

 

E alla fine dell’intervista, eccolo a raccontarci della sua prossima creatura…..nasce dalla volontà di superare le linee del bullet si l’espressione che usa è “ farà diventare un pò vecchio il Bullet”.

E qui ci lascia con la fantasia che decolla in cerca delle possibili linee che potrebbero appunto raggiungere l’obiettivo.

Ma ci ferma subito e ci prega di non incalzare dato che da qui a qualche mese vedremo questa sua nuova creatura, che coniugherà performance e linea da brivido con l’abitabilità che oggi associamo a barche di questa lunghezza.

Ma di volumi “da famiglia” e poi il guardare sempre avanti, sempre a cercare nuova ispirazione, nuove contaminazioni.

In un appassionante equilibrio tra la competenza e l’amore per la sua arte, come un fiume in piena, in piena di passione…Fabrizio Rebolia

Navigare  per il gusto di farlo!!

Si dice che in fondo la differenza tra gli uomini ed i bambini è solamente il costo dei loro giocattoli.

Proviamo ad immaginare di non aver particolari limiti di tipo economico ma di dover, al contrario, strappare al lavoro il tempo per soddisfare la nostra sete di sapere e di esplorare.

In questo caso desidereremmo avere un mezzo che possa condurci oltre il viaggio, e come se aprissimo un bel libro sulle esplorazioni.

La triade di Vitruvio nello Yacht Design: a colloquio con Franco Gnessi CEO DYD

Che ci permetta di immergerci nelle calde acque tropicali che bagnano le bianche sabbie caraibiche, come di vedere capo Horn e lo stretto di Drake come nei viaggi di  Sir Ernest Henry Shackleton.

Allora l’industria del lusso crea un mezzo ideale: una nave per tutte le latitudini, una nave che ci permetta di navigare per il gusto di farlo.

Dobbiamo pensare a questa nave come ad un oggetto dall’enorme versatilità; assistita da una carena di altissimo profilo, con bordo libero protetto, spazi enormi per i toys.

Che in questo caso sono molti di più che in una nave da diporto.

Questa tipologia di Yacht strizza l’occhio alle navi oceanografiche del passato ma supera il concetto di “scomodo perché estremo” passando al concetto “estremamente comodo ma estremo”.

E’ elegante, accogliente, con spazi conviviali conformati come fossimo in una baita ai 3000 metri, ma al contempo trasformali e completamente apribili quando ci si trovi a latitudini più miti.

All’occorrenza sarà possibile aprire una enorme spiaggia a poppa e con essa giganteschi portelloni sulle murate che permettano di usufruire al meglio dei numerosi toys e del diving support centre.

Oltre alle due piscine esterne, sfruttabili nelle più calde giornate tropicali, sarà possibile guardare l’aurora boreale dalla protetta piscina armatoriale interna con finestrature panoramiche superiori.

L’intera nave è strutturata come “un coltellino svizzero per milionari” ove le numerosissime funzioni la rendono, oltre che un super yacht di lusso, un vero e proprio EXPLORER.

 

Franco Gnessi è architetto, ingegnere e yacht designer. Fondatore dello studio Dynaship Yacht Design di Latina e Senior University Professor presso ISIA di Pescara 

 

 

 

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