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“Natale in famiglia”

Redazione Dic 12
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“Natale in famiglia”, Viaggio del gusto all’Abbazia di Valvisciolo, il prossimo 8 Dicembre

L’Abbazia di Valvisciolo, situata in provincia di Latina, fra la città di Sermoneta, l’oasi naturale di Ninfa e Latina Scalo.

Ospiterà il prossimo 8 dicembre “Natale in Famiglia”, un insolito viaggio del gusto alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche dei conventi e dei monasteri italiani.

Si tratta di un evento promosso dall’associazione “Abbazia di Valvisciolo”, che si pone l’obiettivo di valorizzare l’importanza religiosa, turistica, culturale e sociale di questa porzione di territorio, che è parte integrante del paesaggio dei Monti Lepini.

Attraverso il coinvolgimento di realtà quasi sconosciute le quali, con le loro prelibatezze, daranno il via alle celebrazioni per il Natale.

Un’occasione dunque per una giornata diversa dove i visitatori, oltre ad ammirare opere d’arte di inestimabile bellezza.

Potranno fermarsi a pranzo e degustare, con i piatti della cucina povera che si usava offrire ai pellegrini della Via Francigena, accompagnati dai vini prodotti dagli stessi frati all’interno dell’Abbazia.

Cenni storici sull’Abbazia di Valvisciolo: documentata e leggendaria la presenza dei Templari

Edificata in rigoroso stile romanico-cistercense, è uno dei massimi capolavori del genere della provincia dopo l’abbazia di Fossanova, a Priverno.

La tradizione vuole che questa abbazia sia stata fondata nel XII secolo da monaci greci e sia stata occupata e restaurata dai Cavalieri Templari nel XIII secolo.

Quando, nel XIV secolo, questo ordine venne sciolto subentrarono i Cistercensi.

A questa abbazia è legata una leggenda medioevale: si narra che nel 1314, quando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, gli architravi delle chiese si spezzarono.

Ancora oggi, osservando attentamente l’architrave del portale principale dell’abbazia, si riesce a intravedere una crepa.

Gli indizi della presenza templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella più famosa di tutte scolpita nella parte sinistra dell’occhio centrale del rosone, venuta alla luce nei restauri di inizio secolo.

In tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono venute alla luce, graffite sull’intonaco originale.

Le cinque famose parole del magico palindromo: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, con la variante, sinora un unicum, che le venticinque lettere sono disposte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori, in modo da formare una figura simile ad un bersaglio.

Nel 1411 l’abbazia fu ceduta in commenda a Paolo Caetani. Nel 1523 fu declassata da Clemente VII a priorato semplice. Nel 1529 fu ridotta a priorato secolare.

Tra il 1600 ed il 1605 fu abitata dai Cistercensi della Congregazione dei Foglianti fino al 1619. Tra il 1619 e il 1635 l’abbazia fu abitata dai Minimi di San Francesco di Paola.

Tornarono nuovamente i Foglianti che l’abitarono fino alla soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone Buonaparte.

Pio IX fece due importanti visite all’abbazia nel 1863 e nel 1865. Fu per volere di Pio IX che l’abbazia divenne priorato conventuale dipendente dalla .

Il 5 luglio 1888 il Priore D. Bartolomeo M. Daini riscattò il complesso monastico messo all’asta dal Comune di Sermoneta con la somma di 10.150£.

Oggi l’abbazia continua ad essere abitata dai monaci Cistercensi della Congregazione di Casamari.

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