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Parte dalla Liguria “Oliveti Aperti Experience” , il format per vivere “l’olivicoltura eroica” attraverso cultura, ambiente ed enogastronomia

Redazione Lug 7
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Unire la bellezza del paesaggio alla storia e alla cultura della terra e dei suoi oliveti. A questo  deve aver pensato il Consorzio di Tutela dell’Olio Riviera Ligure DOP per le giornate dedicate ad “Oliveti aperti”. Un evento inedito, promosso con la collaborazione della Fondazione Qualivita e il supporto della Regione Liguria, dedicato alla valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva e alla conoscenza  dei luoghi legati alla sua produzione “eroica”,nei mesi in cui le piante di Taggiasca  sono intente a far crescere le preziose drupe.  Un’eccellenza  tutta italiana quella della Riviera Ligure DOP, fatta da genti in borghi dalle mille suggestioni in cui ad essere mescolati sono stili, passioni, ingredienti e colori.

 

Una miscellanea di emozioni  per un viaggio in una Liguria insolita e sorprendente, fuori dai tradizionali itinerari turistici, alla scoperta del mondo rurale e dell’enogastronomia tipica, che da La Spezia ad Imperia, passando per Lucinasco, Torre Paponi, Albenga, Genova e Savona,  tra la Riviera dei Fiori, la Riviera del Ponente Savonese e la Riviera di Levante, si muove tra musei diffusi, attività didattiche, percorsi trekking, aree picnic, degustazioni, frantoi e piccole realtà contadine tutte dedicate  alla promozione del suo oro verde e ed una nuova forma di turismo esperienziale. Un percorso replicabile in ogni momento dell’anno per godere delle sfumature che rendono unica ogni stagione con al fianco, come guide d’eccezione, agricoltori, operai e produttori fieri di un lavoro servito fino ad oggi a preservare meraviglie senza eguali, in cui la pietra dei muretti a secco (patrimonio Unesco) dei terrazzamenti, si fonde con il colore della terra dei pendii a picco sul mare e il verde delle chiome degli olivi per garantire al palato oli gentili e avvolgenti che traggono le loro caratteristiche migliori da cultivar come la taggiasca, la Pignola Lavagnina, la Razzola e altre varietà locali autoctone.

Ad essere presentato il ricco patrimonio olivicolo della regione che sta crescendo in qualità con una sempre maggiore attenzione da parte di produttori e frantoiani che adesso, con l’apertura delle loro aziende, vogliono ancor più sottolineare l’artigianalità, le economie  e l’importanza di questo alimento troppo spesso sottovalutato sia dal punto salutistico che nutrizionale

Con Oliveti aperti – ha tenuto a sottolineare il Presidente del Consorzio Carlo Siffredi –  per la prima volta è stata dunque offerta l’opportunità alle aziende locali di raccontarsi attraverso le fatiche e le vittorie raggiunte da ogni singolo produttore in una terra scoscesa e difficile con terrazze arrampicate, reti stese a terra con fatica e ceste di olive portate a mano percorrendo sentieri rubati alla montagna..
Un’occasione per far conoscere intanto trentadue delle circa seicento aziende che compongono il Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure (tra olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori) e per rinsaldare il rapporto tra i consumatori  e la  produzione ligure dell’evo.

Ad essere evidenziati la qualità certificata e la salvaguardia ambientale, l’amore per la natura e i ricordi che si intrecciano con la quotidianità di gestualità sapienti in cui la concretezza del fare si materializza anche nella raccolta di cimeli e attrezzi di uso comune esposti oggi all’interno del Museo del’Olivo Carli di Oneglia,  a ricordare il rapporto millenario tra l’uomo e la pianta di olivo.

Gusto della memoria, ma anche culto della personalità in cui l’unicità è data da un mix di temperamento e qualità individuali che fanno di ogni olio il testimone di una grande passione e di un gusto in cui a ritrovarsi sono cultura, identità e tradizioni pronte a plasmarsi ogni volta alle necessità e ai ritmi di vita più diversi per regalare sempre rinnovate suggestioni al palato.

Coltura e cultura dunque, per una proposta turistica integrata capace di sorprendere e ammaliare anche nella proposta enogastronomica con  interpretazioni della tavola  tali da far capire le sfumature di gusto che la DOP Riviera Ligure può apportare a un piatto.

Da qui il progetto di formazione del Consorzio di tutela negli istituti alberghieri di Liguria, Piemonte e Lombardia, per coinvolgere in maniera attiva gli studenti in una sfida rivolta alle classi di cucina per l’elaborazione di una ricetta originale a base del prodotto DOP e che il 15 giugno scorso ha visto salire sul gradino più alto del podio gli allievi dell’Artusi di Torino.

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