“Santuccio” la ristorazione semplice e genuina tra i Monti Lepini
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Nella rinomata attività di famiglia nel cuore di Sezze l’ideale connubio tra storia, tradizione e prodotti tipici pontini.Uno su tutti, il carciofo.
Nelle pianure del Lazio nasce uno dei prodotti più apprezzati sul mercato ortofrutticolo europeo, tanto che ha ottenuto dall’Unione Europea l’IGP (Indicazione Geografica Protetta): un riconoscimento di qualità che il carciofo romanesco (“Cynara Cardunculus”) esprime al meglio nei piatti della tradizione romana e giudiaca. Il carciofo di Sezze, in particolare, grazie al suo sapore prelibato, ed alle sue proprietà salutari, si colloca ai primi posti tra i prodotti tipici della regione, e nelle ricette tipiche romane.
Il carciofo di Sezze cresce, tra l’altro, in un clima ideale, con i Monti Lepini che lo “proteggono” dal nord, mentre è riscaldato da sud ovest dalla brezza marina: sono così favoriti, sui terreni vocati alla sua coltivazione, gli elementi di qualità che lo contraddistinguono, vale a dire la fragranza, la morbidezza del cuore e dei petali. Contiene molto ferro, fibra e cinarina: componente, questa, che aiuta la digestione e la diuresi. Non poteva che trovarsi proprio qui, a Sezze, sui Monti Lepini che si affacciano sulla pianura pontina, un ristorante famoso per le sue innumerevoli ricette legate al Cynara. Il ristorante “Santuccio ai Colli”, dei fratelli Sisto, Giannino e Dinda Perciballe, che propone gustosi e ricercati piatti a base di carciofi: crudi ad insalata, gratinati al forno in uno sformato con le patate, il ‘raviolone’…
Il locale nacque come trattoria di campagna quando Sante Perciballe, allora Sindaco di Sezze, per sopperire ad una relativa carenza del paese nel campo della ristorazione, decise di avventurasi in questa impresa a conduzione familiare. Era il giugno del 1969: non aveva una preparazione specifica, né un’idea di cosa potesse comportare l’organizzazione di pranzi e cerimonie. Puntava però sulle grosse capacità culinarie di sua moglie Lina, le quali, anche se legate “soltanto” ai piatti semplici della tradizione rurale, erano comunque davvero eccezionali. E non si sbagliava! “Signora Lina, i suoi piatti mi ricordano gli aromi e i sapori di quelli cucinati da mia nonna”.
Così le diceva il grande attore Nino Manfredi, quando ospite del ristorante, entrava in cucina, si complimentava con lei e la stringeva a sé. Ricordava, attraverso la cucina della signora Lina, la sua giovinezza il suo legame con la nonna, e la sua terra, i profumi e i sapori della cucina delle nostre terre. E ancora oggi, lei, grande maestra per i suoi collaboratori, nonostante i suoi 86 anni resta sempre l’anima e la regina incontrastata della cucina. Riesce con entusiasmo ed inventiva ad accontentare anche i palati più fini, con una gastronomia di alto livello, ma tradizione e rurale, utilizzando i prodotti del territorio. Negli ultimi anni il ristorante “Santuccio ai Colli” ha adeguato e aggiornato il suo menù puntando molto sulla carne. Prelibata la tagliata che con maestria viene proposta ai clienti, e l’ultima creazione, il filetto ‘gnorante’. Da ricordare anche la «bazzoffia”, la zuppa sezzese con carciofi, uova e verdura di stagione (fave, piselli e bieta), gli strozzapreti all’amatriciana, il risotto agli spinaci, il raviolone ai fiori di zucca. Il momento del dessert offre la possibilità di una vasta scelta di dolci, dagli ingredienti freschi e genuini, realizzati anche grazie alle ricette gustose ed innovative di Elena, che sapientemente accostati offrono una gioia per gli occhi e per il palato.
“Santuccio oggi vuol dire ristorazione semplice e genuina, degustazione di cibi che hanno fatto la storia di Sezze, rinomata località dei Monti Lepini, vuole dire anche respirare calore, accoglienza sincera e spontanea, in un ambiente dove la rievocazione degli antichi sapori è un’attività fatta con passione e sempre rinnovato entusiasmo, ma con la consapevolezza che c’è sempre e ancora molto da imparare”, commentano i tre. “Quest’anno festeggiamo 45 anni di attività, che dura nel tempo grazie all’infinita passione di tutti noi, di Sandra, di Elena, Isa, Giancarlo…nostri compagni di avventura…e di vita”.