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Sei un Project Manager? Ah però!

Redazione Apr 4
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di Marco Torbianelli
Professional Project Manager, technical and management consultant

Scorrendo molti profili “social”, con particolare riferimento a Linkedin, è facile imbattersi in persone che si autodefiniscono “Project Manager”, mettendolo bene in evidenza in modo che sia la prima cosa che viene notata: nella maggior parte dei casi, leggendo il profilo completo, si scopre che quest’autoproclamazione, però, nasce unicamente dal fatto che il termine suona bene, “fa figo”, va di moda, e poi è un termine inglese, meglio… americano!, il che non guasta e, anzi, rende la persona fortemente “international” ed in tal modo sicuramente cattura l’attenzione di aziende anche al di fuori dell’arco alpino.

BALLE! COLOSSALI, STREPITOSE, STRAMPALATE BALLE!!!
Utenti di Linkedin arrendetevi! Il Project Manager è una figura professionale ben precisa!
Si, esatto, lo ripeto per sottolineare il concetto: F-I-G-U-R-A—P-R-O-F-E-S-S-I-O-N-A-L-E, che in quanto tale risponde a determinate caratteristiche e, soprattutto, ad un determinato percorso didattico (magari concluso con un esame di certificazione come ISIPM-Base©, PMP©, CAPM©, IPMA©, PRINCE2©) prima ancora che ad un ruolo decisionale, strategico e fondamentale all’interno di un’azienda, caratterizzato spesso da orari di lavoro molto flessibili e variabili.

Vorrei dunque, in poche righe, spiegare ai sedicenti “Project Manager” cosa dovrebbero essere per potersi fregiare di questo titolo, anche se la maggioranza di loro non sta continuando a leggere dopo aver compreso che il ruolo presuppone capacità e soprattutto possibilità decisionali.
Innanzitutto un buon PM è un leader, è riconosciuto come tale ed ha molta autorevolezza all’interno del gruppo che guida: è infatti nella gestione delle risorse umane che si vede chi è dotato della giusta quantità di leadership per motivare il gruppo e portare a termine il progetto cui sta lavorando, fronteggiando adeguatamente (e con successo) difficoltà, modifiche, imprevisti, stress, situazioni conflittuali e quant’altro possa essere d’ostacolo al raggiungimento dell’obbiettivo. “Normalmente, infatti, non si tratta di una figura in relazione gerarchica ai componenti del team di progetto, ma è un professionista che svolge una specifica funzione a beneficio del gruppo di progetto, che si conclude all’atto della chiusura del progetto stesso.” (cit. E. Rambaldi ©ISIPM)

Un Project Manager, poi, ha competenze tecniche e metodologiche di gestione del progetto, ha competenze manageriali, ha competenze applicative di business, ha conoscenze comportamentali (i cosiddetti soft skills), tutte caratteristiche che si possono acquisire solamente attraverso un preciso percorso di studi, non certamente per grazia ricevuta o per qualsivoglia imposizione dai quartieri alti della propria azienda, che spesso suona piuttosto come uno scaricabarile di responsabilità sul povero impiegato o sul povero quadro, che in tutta risposta ad eventuali dimostrazioni di spiccate ed innate capacità di project management riceverà – dopo aver rischiato del proprio e ben che vada – una pacca sulla spalla da chi se ne accollerà il merito.

Chi fa di queste caratteristiche un mestiere (e un ruolo) perché le ha studiate è infatti capace di analizzare le esigenze della committenza definendo la fattibilità e le varie fasi del progetto, monitorandone costantemente lo stato di realizzazione e di avanzamento; il Project Manager sa gestire al meglio i collaboratori ed è in grado di modificare parzialmente o totalmente il progetto per rispettare le scadenze definite a monte, valutandone al termine delle attività la sua corrispondenza con quanto richiesto.

Il Project Manager in quanto tale esiste se e solo se la struttura aziendale in cui è inserito gli fornisce la piena autorità sul progetto e sul suo finanziamento, permettendogli quindi di godere di un elevato livello di indipendenza, come ad esempio nelle organizzazioni a matrice forte o, meglio ancora, in quelle organizzate per progetti. In tutti gli altri casi, quelli di organizzazioni aziendali di tipo funzionale (che sono la stragrande maggioranza, almeno in Italia), non si può infatti parlare di Project Manager, quanto piuttosto di coordinatore o di facilitatore, essendo molto basse (o nulle) tanto la disponibilità di risorse, quanto l’autorità del ruolo.

Dott. Marco Torbianelli
Responsabile di Progetto Professionista Livello PM_L7, Socio Qualificato ASSIREP n. 580, operante nell’ambito delle prerogative di cui alla legge n.4/2013.
Laureato in ingegneria industriale, certificato ISIPM-Base, docente accreditato e delegato regionale per il Friuli Venezia Giulia dell’ISIPM – Istituto Italiano di Project Management.

marco.torbianelli@gmail.com
si.linkedin.com/in/marcotorbianelli

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