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Lavoro

Skill digitali e mondo del lavoro: le carenze universitarie che pesano

Redazione Feb 2
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Le competenze nell’ambito della tecnologia degli studenti universitari e di coloro che, terminato il percorso di studi, si stanno affacciando al mondo del lavoro sono, in determinate casistiche, davvero carenti.

Solo il 30% (rispetto al 25% di due anni fa) degli oltre 2.160 studenti esaminati conferma conoscenze teoriche avanzate sul digitale applicato al business (mobile advertising, cloud, fatturazione elettronica e Big Data).

E il 16% assicura di saper sviluppare software (il 29% sta imparando a farlo).

Il dato più interessante e al tempo stesso preoccupante, anche se noto, è però un altro.

Skill digitali e mondo del lavoro

E cioè quello che vede tre responsabili delle risorse umane su quattro (il 76% per la precisione, su un campione di 250 manager delle Hr intervistati) rimarcare come sia difficile individuare laureati con competenze digitali adeguate.

Fra gli universitari inizia per contro a manifestarsi un’attitudine al fare impresa (il 27% ha avuto almeno un’idea di business, anche se poi non sa cosa fare concretamente per avviarla).

Ma permane nella maggior parte dei casi un’incertezza di fondo circa l’impatto delle tecnologie nel mondo del lavoro: solo il 19% del campione esaminato crede, in proposito.

Che il digitale favorisca lo sviluppo di modelli di business innovativi e discontinui rispetto al passato.

Skill digitali e mondo del lavoro

Dove sta la causa di questa scarsa affezione al tema?

Forse nel numero di corsi universitari dedicati a questi temi?

La ricerca ne ha riscontrati complessivamente 2.140 (su 4.200 corsi di laurea di 556 facoltà); quelli a indirizzo digitale.

Sono diffusi in larga parte nelle facoltà informatiche e scarsi in quelle scientifiche, mentre i programmi di studio a indirizzo “imprenditoriale” sono ben presenti nelle facoltà economiche ma rari in quelle scientifiche e informatiche.

La responsabilità non è però solo dei giovani che stanno avvicinandosi al mondo del lavoro o dell’effettiva carenza e/o inadeguatezza dell’offerta formativa degli atenei italiani.

È anche delle stesse imprese che lamentano un importante deficit a livello di disponibilità di giovani qualificati: «Le aziende devono fare la loro parte, aumentando gli investimenti in piani di formazione che mettano al centro competenze digitali e imprenditoriali».

Il messaggio rimarca ulteriormente quale sia la strada maestra da seguire.

E subito.

Se tre aziende su quattro faticano a trovare laureati digitalmente preparati non c’è più tempo da perdere per invertire la tendenza.

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